Spotify: ancora tagli, ma gli investitori sono ottimisti
Non è ancora finita la stagione dei tagli per Spotify. Sembrava che il periodo di riassestamento fosse definitivamente passato, come avevamo avuto modo di raccontare spesso in precedenza, ma a quanto pare non era così.
È notizia di questi giorni, infatti, che nell’azienda è in arrivo una nuova ondata di licenziamenti, che coinvolgerà quasi un quinto della sua forza lavoro totale. Il motivo è presto detto: occorre rientrare nelle spese dopo aver fatto investimenti considerevoli per rafforzare lo streaming musicale e il settore podcasting, nel quale Spotify crede molto.
spotify, Tagli del 17% del personale
Ad annunciare questa decisione è stato l’amministratore delegato Daniel Ek in una nota ai dipendenti, che sono dunque stati informati del ridimensionamento, che interesserà il 17 per cento del suo personale, pari a circa 1.500 dipendenti. Coloro che saranno interessati da questa nuova ondata di licenziamenti riceveranno cinque mesi di stipendio.
Cosa ne pensano gli investitori? In realtà, non si sono mostrati particolarmente preoccupati, anche se questi tagli sono stati annunciati prima del previsto, e in quantità più massiccia. Al contrario, credono che questa sia la mossa giusta per portare l’azienda ad avere un profitto più costante e la fiducia che Spotify ispira è evidente anche dai risultati delle azioni in borsa, quotate a New York, che lunedì scorso sono aumentate di circa il 9 per cento, invertendo in parte una lunga discesa dal picco dell’inizio del 2021.
Inoltre, con questa nuova mossa, si arriverà alla fase successiva, in cui, come ha sottolineato Daniel Ek, essere snelli non è solo un’opzione ma una necessità.
gli investimenti in ambito podcast di spotify
La situazione attuale è dovuta all’ampliamento in area podcasting, con, ad esempio, l’acquisto degli studi di podcast Gimlet per 230 milioni di dollari nel 2019 e The Ringer per circa 200 milioni di dollari nel 2020. Inoltre, ha stretto accordi costosi con personaggi noti come l’ex presidente Barack Obama e Michelle Obama, nonché il principe Harry e sua moglie Meghan.
In ultimo, un investimento sugli audiolibri.
Tutte queste mosse hanno portato ad avere più ascoltatori e più abbonati, ma non hanno portato ad una svolta finanziaria, tanto che, nei primi nove mesi del 2023, Spotify ha perso 462 milioni di dollari, più del doppio della perdita dello stesso periodo del 2022.
L’ultimo trimestre, invece, ha subito un’inversione di rotta: a fine settembre Spotify aveva 226 milioni di abbonati paganti e le premesse potrebbero essere talmente buone da ipotizzare un raggiungimento di 30 milioni di abbonati a fine anno, ovvero il 50 per cento in più di quanto previsto all’inizio del 2023.
Spotify ha anche più di 360 milioni di utenti attivi mensili i cui account sono supportati dalla pubblicità. Questo segmento è cresciuto più velocemente degli abbonamenti a pagamento, anche se genera meno entrate con un margine di profitto inferiore per l’azienda.