Previsioni in continuo aumento per i podcast
Niente crisi per i podcast, sempre più avviati a raggiungere e superare gli altri media digitali
A proposito della crescita riguardante il mercato dei podcast, riportata del report di Settembre Podcasting Global Market Report 22, anche l’azienda di Wall Street B. Riley ha aggiornato i dati relativi al mercato degli annunci pubblicitari via podcast, a fronte di una impennata notevole, dovuta sia all’aumento considerevole degli operatori di marketing, sempre più interessati a questo mezzo, sia ad una crescente consapevolezza da parte dei creator.
Ebbene, l’agenzia prevede un’entrata dei podcast assestata a 2,02 miliardi quest’anno, destinati a salire a 2,9 miliardi nel 2024, corrispondente a un tasso di crescita del 34% negli anni compresi tra il 2021 e il 2026. Entro quell’anno, si stima che la spesa pubblicitaria tramite podcast arriverà a superare i 6 miliardi.
Daniel Day, CFA presso B. Riley, ha spiegato che questa previsione è dettata da una statistica che vede un netto rialzo della spesa programmatica, come conseguenza dell’aumento dell’interesse per essa da parte dei creatori di podcast e degli inserzionisti.
Traducendo questa stima in dati oggettivi, il programmatic, che nel 2021 aveva rappresentato il 7% degli acquisti degli annunci podcast, è destinato a raggiungere il 20% entro il 2026 e si assesterà tra il 30 e il 40%.
Il futuro è nei DAI (Inserimento annunci dinamici)
A questo punto, Daniel Day crede molto nell’inserimento dinamico degli annunci, DAI, al posto degli annunci integrati, poiché porteranno senza dubbio nuove opportunità di guadagno, nella percentuale in cui i professionisti del settore cercheranno di raggiungere i clienti in base a dati demografici e geografici.
I DAI rappresentano, secondo Day, un primo passo in grado di ammettere una quota maggiore della spesa pubblicitaria all’interno del podcasting.
Ma come funzionano? Questo tipo di annunci permette ai podcaster di riempire gli spazi pubblicitari in modo programmatico, e ciò di conseguenza aumenterà la facilità di acquisto del pubblico su larga scala per gli inserzionisti, con una più efficace monetizzazione anche dei cataloghi arretrati.
Anche se questi ultimi non rappresentano, a dir la verità, una grossa fetta, sono comunque un potenziale di spesa pubblicitaria inutilizzata, che invece merita di essere ripresa.
A raffreddare l’entusiasmo c’è quella parte di economisti che teme in una recessione. Ma anche in questo caso, Day vede i podcast in costante crescita, poiché finora non sono andati incontro a nessuna frenata, contrariamente a quanto accaduto ad altri media digitali.
Non solo grandi aziende, largo anche alle pmi
E se ad oggi sono soprattutto le grandi aziende ad avvicinarsi ai podcast per le proprie strategie di marketing, presto potrebbero essere raggiunte anche dalle piccole e medie imprese, che dovrebbero cominciare a considerare questa opportunità di comunicazione per portare più acquisti locali e regionali nel settore.
Un esempio concreto potrebbe essere l’impiego di podcast da inserire in notiziari e programmi radiofonici locali.
Altra potenzialità da esplorare sono i diversi formati, ancora non del tutto sfruttati. Se, infatti, oggi sono soprattutto cinque i generi preferiti, ovvero notizie, commedia, cultura, sport e crime, tanto da ricoprire i due terzi della spesa pubblicitaria, ne esistono alcuni ancora poco considerati, ma che potrebbero rivelarsi promettenti.
In cima alle previsioni, Day colloca la narrativa e tutti i suoi sottogeneri, a cominciare dai podcast rivolti ai bambini.
Insomma, nonostante si stia arrivando a cifre da capogiro, quello dei podcast è tuttora un mondo in parte inesplorato, perciò in grado ancora di sorprenderci.