Le notizie scorrono (ancora) via podcast
I podcast di notizie sono ancora considerati attendibili e di qualità, come conferma il Digital News Report 2023
Per capire meglio lo stato di salute e di interesse del settore dei podcast, ci viene in aiuto il Digital News Report 2023, appena pubblicato, che ci offre una panoramica completa dello stato dei podcast di notizie in alcuni paesi occidentali selezionati.
I giovani si basano sui podcast per ottenere informazioni
Prima di tutto, si conferma che i podcast rappresentano lo strumento migliore per attirare le fasce di pubblico più giovane. Nello specifico, si tratta di ascoltatori istruiti che per un terzo (34%) accede ad un podcast mensilmente, mentre il 12 per cento fruisce di spettacoli relativi a notizie e attualità. Ciò dovrebbe dunque spingere gli editori a puntare maggiormente sul podcasting per diffondere notizie e informazioni.
Ovviamente, un tema sempre più ricorrente è quello della monetizzazione, che riguarda tutti gli editori dei Paesi oggetto di studio della ricerca. In questo caso, la problematica che emerge è che solo in alcune zone la portata dei podcast è tale da permettere monetizzazione attraverso la pubblicità diretta. Inoltre, nei mercati più piccoli i maggiori fornitori dipendono dalle grandi piattaforme come Spotify e YouTube, mentre in quelli che non si trovano in Occidente, ma sono altrettanto piccoli e non hanno l’appoggio di Spotify, gli editori di notizie e le reti di podcasting indipendenti stanno cercando modi alternativi per ottenere pubblicità diretta per i podcast.
C’è poi un trend che riguarda solo gli Stati Uniti, con l’8 per cento degli abbonati digitali che paga per una newsletter scritta da un singolo giornalista o influencer e il 5 per cento per un podcaster o YouTuber. In realtà, si tratta di un’abitudine di nicchia, mentre suscita molto più interesse l’utilizzo di podcast senza pubblicità o l’opportunità di accedere ad episodi esclusivi o interi spettacoli.
Seguendo questa tendenza, diversi editori in Germania e Scandinavia stanno trovando il modo di aggiungere podcast al loro pacchetto, creando spettacoli esclusivi o impostando abbonamenti audio autonomi.
Ancora predominio di uomini per i podcast di notizie
Un altro fattore evidente è che i migliori podcast di notizie in paesi selezionati sono dominati dagli uomini, con il 64 per cento negli Stati Uniti e il 75 per cento nel Regno Unito, anche se, ad esempio, in Cechia e Slovacchia i podcast di notizie più popolari sono ospitati da giornaliste. Non ne facciamo una questione di genere, e nemmeno di talento, dipende molto invece da come le redazioni vogliono essere viste dall’esterno.
Tra i podcast di notizie, inoltre, pare che le tipologie vincenti siano quelli con chat estese e approfondimenti, soprattutto se si tratta di prodotti nativi di alta qualità, come si rileva negli Stati Uniti, in Australia, nel Regno Unito e nei paesi nordici, mentre altrove la produzione radiofonica riconfezionata tende a dominare e c’è molto meno investimento in contenuti originali.
A questo proposito, il rapporto distingue tra quattro tipi principali di podcast di notizie: riepiloghi di notizie, in genere da uno a 10 minuti, ovvero podcast che aggiornano brevemente il pubblico con più storie; immersione profonda ed esplicativa, di circa 20 minuti, che esamina uno o due argomenti in dettaglio, stile narrativo con sound design; documentario, episodi da 30-40 minuti, perciò serie in stile narrativo, stesso soggetto su più episodi; infine chat prolungata fino a quattro ore, che consiste in tavole rotonde caratterizzate da uno stile informale.
Se si analizzano i migliori podcast di notizie in ogni paese, si nota che le scelte degli ascoltatori cadono soprattutto sugli approfondimenti di 20 minuti basati sul podcast The Daily del NY Times e sulle chat estese in stile informale che dominano la scelta degli ascoltatori.
Negli Stati Uniti YouTube batte Spotify
Per quanto riguarda le piattaforme di riferimento per l’ascolto dei podcast, esiste attualmente una discrepanza tra gli Stati Uniti, dove è molto forte YouTube, e l’Europa, dove invece predomina ancora Spotify.
I fattori di questa differente abitudine possono essere due: negli States il taglio degli investimenti operato da Spotify comincia a farsi sentire, così come la presenza dei video all’interno dei podcast sta diventando sempre più fondamentale. E in questo secondo caso, YouTube non ha rivali.
È bene far presente che sempre più editori non si limitano ad offrire abbonamento premium ai propri ascoltatori ma sono passati ad una fase successiva che vede contenuti audio esclusivi solo se si scarica un’app. Non è ancora una pratica diffusa ma gli editori lo stanno facendo per assicurarsi la fedeltà dei propri utenti.
Se qualcuno potrebbe pensare, a questo punto, che il podcasting di notizie sia saturo, in realtà si sbaglia. Nei paesi scandinavi, ad esempio, si continua ad investire in audio e in podcast di informazione, con proposte sfaccettate: podcast esclusivi, podcast parte di pacchetti di abbonamento, investimenti in startup o acquisizioni di app podcast, articoli audio e uso di voci neurali.
C’è però un rovescio della medaglia che occorre considerare, poiché il picco di podcast di notizie è stato raggiunto nel 2018, dopodichè la crescita non è stata all’altezza delle previsioni. Esiste però uno zoccolo duro rappresentato dagli utenti che ancora oggi si basano molto sui podcast per ricevere le giuste informazioni, e anche un pubblico giovane che rappresenta un potenziale enorme, perché crede molto nell’alta qualità delle notizie via podcast. Cosa significa ciò? Semplicemente che il settore rimane in continua evoluzione, pertanto nulla è definitivo e nulla è già stabilito.