Ida Galati: “Pochi i podcast che parlano di moda, così nasce un’opportunità”
Ida Galati, fashion teller appassionata di moda, è l’ospite della seconda puntata della nuova serie vodcast “Professione creator”.
Ogni mattina fa compagnia a quasi mezzo milione di follower con suo “telegiornale sulla moda” Fashion Flash. Ma non chiamatela fashion blogger o influencer. Ida Galati è una content creator, anche se lei, tutto sommato, si trova più a suo agio con la definizione di fashion teller, considerato quanto sia appassionata a raccontare le ultime tendenze del mondo della moda. Ida Galati è anche l’ospite della seconda puntata del vodcast “Professione creator” condotto da Arianna Chieli e prodotto da Podcastory.
Come è nato Fashion Flash e perché un podcast sulla moda?
Allora Fashion Flash è un telegiornale sulla moda, nato andando in onda su Tik Tok. Ed è nato un po’ per volere della mia community, perché se sono approdata su TikTok è stato dopo aver presidiato prima il blog, poi Instagram e tutti gli altri social possibili e immaginabili. Però mi era sembrato che Tik Tok potesse essere una piattaforma con grandi speranze, e che potesse darmi l’opportunità di tornare in qualche modo a scrivere perché mi sembrava che ci potesse essere, oltre ai balletti, un’audience desiderosa di imparare anche qualcosa in maniera leggera.
Ho pensato a una sorta di intrattenimento, e ho pensato che il format del Tg, con una sigla leggera e con qualche pillola molto veloce, potesse rappresentarlo. All’inizio facevo dei video molto brevi, raccontando la moda un po’ random quindi i look dei red carpet, qualche sfilata, la storia della biografia di Coco Chanel… Solo successivamente ho pensato che potesse essere un appuntamento giornaliero. Il nome, in realtà, lo ha deciso la community, lo ha proprio votato, così come l’orario che sono le 7:30 di ogni mattino, dal lunedì al venerdì, perché abbiamo pensato che potesse essere carino, un po’ come ritornare a scuola.
Così è nato Sette e trenta, tutte le mattine su Tik Tok, che poi adesso si è anche spostato su Instagram, Il podcast invece è nato principalmente perché tantissimi, a quanto pare, amano il suono della mia voce e mi chiedevano sempre di fare un podcast dove potermi ascoltare e basta. E quindi ci ho pensato, anche tanto, perché mi doveva venire un’idea che avesse un senso e che non fosse una ripetizione di qualcos’altro. Dopo aver creato anche una newsletter, ho pensato di raccontare semplicemente a voce proprio quella, che altro non era che un riepilogo di tutte le news settimanali che davo con Fashion Flash.
Sei a tutti gli effetti una fashion teller, come si raccontano in modo efficace le ultime tendenze moda?
Innanzitutto fashion teller è un termine che ha coniato una persona per me, proprio perché pensavamo che non mi rappresentasse né il termine influencer, né il termine giornalista, perché ho studiato giornalismo ma non lo sono, né il termine creator. Un tempo ero fashion blogger, ma oggi racconto, sono una raccontatrice quindi questo è il termine che, secondo me, è proprio mio e solo mio.
Anche il mio modo di raccontare, appunto, le notizie, non so dirti come si raccontano ma posso dirti come le racconto io, sono notizie che cercano sempre di essere neutre, ma non troppo; cerco sempre di dare un punto di vista mio, ma comunque leggero, lasciando spazio poi alla riflessione personale, cercando anche di dare spazio agli approfondimenti, per far sì che le persone riescano a capire, per esempio, che cosa ci sia dietro una sfilata e possano apprezzare la moda in quanto arte e cultura, e quindi andare oltre quello che si pensa sia soltanto abito e poco altro.
Quanto sono diffusi i podcast sulla moda in Italia e all’estero?
In Italia credo siano poco diffusi, considerando il fatto che io ho fatto dodici puntate e in classifica oscillo sempre tra la terza e la prima posizione in Italia, per cui ho capito che siamo molto pochi, anche se probabilmente mi premia anche il fatto di essere costante e di non aver fatto un’edizione con un certo numero di puntate e poi basta. Uscire con una puntata ogni settimana probabilmente mi aiuta a essere tra le prime, anche tra le poche.
Posso solo dirti che gli altri podcast moda che ho chiaramente visto, studiato e ascoltato, non sono tanti e che forse in Italia solo tre abbiano valore, per quanto ormai siano terminati. Anche i podcast moda esteri non sono tanti: c’è qualcosa prodotto da grandi magazine come Bof, per esempio, ma di “autoprodotto” c’è molto poco. Quindi c’è tantissimo spazio per chi vuole produrre questo tipo di podcast.
Ascolta la puntata di “Professione creator” con Ida Galati sull’App Podcastory .