I BRAND E IL SUONO: COSA DICE IL REPORT “BEST AUDIO BRANDS” DEL 2021
Sono di pochi giorni fa i risultati emersi dal Best Audio Brands 2021. Questa ricerca, che si svolge in maniera continuativa oramai da parecchi anni, indaga quali sono state le aziende che hanno utilizzato meglio l’aspetto sonoro durante l’anno passato.
Per farlo compie una analisi accurata e su più livelli: dalla rilevazione dell’impatto del sound logo del brand sui media e sui social fino al verificare la reazione emotiva che suscita sul singolo consumatore, l’indagine non tralascia nessuno criterio di valutazione. Sulla edizione del 2021 però pesa sicuramente un fattore difficilmente prevedibile e che ha cambiato molte carte in tavola: la pandemia di covid 19
L’IMPATTO DELLA PANDEMIA SUI BRAND
La pandemia di Covid ha cambiato, nell’ultimo anno, la vita di miliardi di persone. La limitazione della libera circolazione imposta da molti stati, se non il divieto assoluto in molti periodi di uscire di casa, ha fatto sì che le persone mutassero radicalmente il loro stile di vita e le loro abitudini di consumo.
Le esperienze che una persona poteva prima fare fisicamente, da un momento all’altro non si potevano più compiere. L’unica soluzione perseguibile è stata quella di spostarsi con grande velocità sul mondo digitale. Questo non vale solamente per l’esperienze di consumo o di acquisto ma anche per il tempo dedicato allo svago o al divertimento speso sulle piattaforme web o social. Per fare un esempio, il consumo giornaliero di contenuti online nell’ultimo anno è raddoppiato, passando da una media di 3 ore 17 minuti a una di 6 ore 59 minuti.
I brand stessi hanno dovuto adattarsi a questo cambiamento di paradigma in un tempo brevissimo. Era infatti fondamentale per loro riuscire a farsi trovare dai propri clienti anche tramite piattaforme e modalità diverse e nuove. Per molte aziende la pandemia è stata addirittura un momento di crescita e una occasione nella quale trovare nuove possibilità. Le aziende già forti o attive in precedenza nel settore del digitale hanno potuto infatti beneficiare di un aumento improvviso di clienti e di utenti. Le aziende stesse hanno investito molte delle loro risorse nella comunicazione online. Per fare un esempio, la spesa per la pubblicità online è cresciuta del 12,2% nel 2020 negli Stati Uniti.
Come già detto, i brand, in un mondo nel quale improvvisamente si comunicava a distanza, hanno fatto di tutto per riuscire ad arrivare comunque alle persone e quale miglior modo se non utilizzando la voce e l’audio?
LE 6 RAGIONI PER LE QUALI UN UN BRAND DEVE AVERE UNA STRATEGIA SONORA
Se si può pensare erroneamente che, per un brand, l’avere o meno una strategia sonora sia un fattore marginale o poco significativo, la realtà è ben diversa. Una buona strategia di branding sonoro, se costruita con la giusta ricerca e con persone competenti del settore, può portare a numerosi vantaggi, questi sono i principali:
1. AUMENTARE LA FIDUCIA DEL CLIENTE
La fiducia è un sentimento che non si costruisce dall’oggi al domani ma che richiede molto tempo e molti sforzi. Una tra le modalità per conquistare la fiducia del consumatore è sicuramente quella di utilizzare un sound logo riconoscibile e presente in tutti tutti i momenti dell’esperienza di un cliente.
2. INSTILLARE UN SENTIMENTO DI APPARTENENZA
Un altro obiettivo del branding sonoro è quello di instillare nel consumatore un sentimento di appartenenza nei confronti dell’azienda. Ed è per questa ragione che è fortemente sconsigliato l’utilizzo di musiche poco originali o addirittura d’archivio che potrebbero allontanare il consumatore da una esperienza autentica e profonda con il marchio.
3. ESSERE MAGGIORMENTE RICONOSCIBILE
Un altro vantaggio di avere un patrimonio sonoro unico e significativo è quello di essere maggiormente riconoscibile, anche magari in quelle situazioni nelle quali non è presente il logo visivo del brand. Come già detto in precedenza, un logo fatto su misura può rivelarsi utile in tal senso.
4. MIGLIORARE L’ESPERIENZA DEL CLIENTE
Un corretto utilizzo del suono può migliorare però anche l’esperienza stessa del cliente, che potrebbe ritenersi ancora più soddisfatto della esperienza globale se dovesse riscontrare una qualità sonora del brand alta.
5. COINVOLGERE MAGGIORMENTE IL CONSUMATORE
Il coinvolgimento del cliente è da sempre uno dei primi obiettivi che una azienda cerca di raggiungere quando vuole comunicare qualcosa. Un’ottima strategia di branding sonoro serve in tal senso a raggiungere i target corretti dell’azienda e a continuare a rinnovarsi.
6. AVERE UN RITORNO ECONOMICO
L’ultimo aspetto ha un carattere invece di natura economica. Se è vero quello che si è detto per i punti precedenti, i fattori sopracitati portano spesso di rimando a dei benefici anche economici e commerciali per un brand.
ALCUNI ACCORGIMENTI DA UTILIZZARE
La strategia sonora, come si è già anticipato, deve necessariamente avere caratteri di originalità e autenticità. Questo però non basta, deve infatti riflettere il marchio per personalità e posizionamento ma essere abbastanza flessibile da attraversare i confini musicali di generi e stili.
Durante la pandemia di Covid si è verificato un fenomeno molto interessante da questo punto di vista: alcuni brand o alcune aziende, in un momento di crisi generale, hanno voluto trasmettere fiducia e sicurezza ai propri clienti. Proprio per questo hanno comunicato tramite frasi molto spesso simili tra di loro e poco originali come “noi siamo qui per te” oppure “ce la faremo tutti assieme”. Per quanto potesse sembrare una buona strategia da adottare in quel momento, in realtà questa comunicazione ha dato una impressione di scarsa autenticità del marchio o del brand.
Non tutti però hanno operato in questo modo, anzi. Secondo la ricerca dei Best Audio Brands la maggior parte dei marchi ha fatto meno affidamento sulla musica d’archivio rispetto agli anni precedenti e ha utilizzato l’identità sonora in maniera più coerente, ricavandone grandi benefici.
I PRIMI 100 BRAND PER UTILIZZO DEL SUONO
Guardando i numeri di queste tabelle si nota come, in media, l’uso del suono è notevolmente più alto tra i primi 25 marchi della classifica rispetto ai restanti. In generale, si sta assistendo a un aumento di utilizzo del logo sonoro rispetto all’anno scorso: se nel report del 2020 era infatti del 10,5% ,quest’anno è salito al 14,3%. Un altro parametro significativo è che i primi 25 brand fanno sempre più affidamento sulla musica personalizzata, con un conseguente utilizzo minore di quella d’archivio.
LE AZIENDE DEL SETTORE TECH E I LORO RISULTATI
Il report del 2021 evidenzia inoltre come dieci aziende del settore tech, che comprende una varietà di marchi notevole, dalla Canon a servizi B2B, rientrano nella classifica dei venticinque migliori brand. Due attori che stanno avendo dei buoni risultati sono sicuramente Siemens e Philips che si contraddistinguono per un’identità sonora olistica e presente in tutti i touchpoints del consumatore. L’avere un approccio sonoro unitario però spesso non basta: Canon, per esempio, ha un logo sonoro che viene utilizzato solamente nel 27% delle sue comunicazioni. La maggior parte della musica che adopera sulle sue piattaforme digitali è invece musica d’archivio poco interessante. e che no attira l’attenzione del consumatore
IL PODCAST E LA PUBBLICITA’
Il podcast è un medium in rapida ascesa negli ultimi anni. Uno dei vantaggi che può portare a una azienda dal punto di vista della comunicazione è che arriva in maniera più intima all’ascoltatore, che in alcuni casi può diventare successivamente un cliente. I brand questo lo hanno capito e si stanno affidando sempre di più a questo strumento per fare e farsi pubblicità. Il report di quest’anno confronta, a tal proposito, i messaggi pubblicitari veicolati nei podcast con quelli trasmessi dalle radio, questi sono le differenze riscontrate:
- VELOCITA’
Gli annunci fatti sui podcast sono molto più lenti. Se infatti un annuncio su questo medium ha una media di 180 parole al minuto, la radio ne contiene mediamente fino a 184 .
- CHIAREZZA
Per quanto riguarda questo parametro, la differenza è marginale: gli annunci adv dei podcast sono comprensibili nel 97 % dei casi contro il 96% di quello della radio. La maggiore chiarezza costituisce sicuramente un vantaggio importante, soprattutto per questo mondo.
- UGUAGLIANZA
I podcast stanno portando un cambiamento importante: le voci degli speaker pubblicitari sono sempre più equamente ripartite tra quelle di uomini e quelle di donne. Se infatti in radio solo il 16% degli annunci è doppiato da voci di sole donne, per i podcast questo numero sale al 33%.
- DURATA
Gli annunci nei podcast sono in media più lunghi rispetto a quelli radiofonici: i primi infatti arrivano nel 50,8% dei casi a 60 secondi, mentre i secondi raggiungono questo tempo solamente nel 18,2% delle volte.
- IMPATTO SUL SETTORE DEL B2B
Un’ ultima osservazione riguarda la dispersione e l’impatto che la pubblicità dei podcast ha sull’industria B2B. Il 13% degli annunci di podcast provenienti negli ultimi 90 giorni sono servizi B2B mentre solo il 9% degli annunci radiofonici provenienza sono B2B.
I SOCIAL E LE PIATTAFORME AUDIO
Il mondo dell’audio, per tutto il 2020 e l’inizio del 2021, ha registrato l’ingresso di nuovi e importanti attori. Oltre al fenomeno di Clubhouse, l’app solo audio che in un anno ha raggiunto una valutazione di 4 miliardi di dollari, la ricerca Best Audio Brands ha stimato che sono nate 33 start up dedicate esclusivamente al mondo dell’audio. Inoltre aziende del calibro di Twitter e Facebook stanno implementando sempre di più i loro servizi in questa direzione.
L’audio rappresenta anche e soprattutto in ottica futura un settore nel quale le aziende vorranno investire a livello pubblicitario : se attualmente infatti la maggior parte delle piattaforme audio sono senza pubblicità, un aumento degli utenti potrebbe far presto invertire la rotta e rendere questo mondo sempre più invitante e appetibile per i brand.
Questi sono i principali spunti di riflessione sul report di quest’anno. La pandemia ha accelerato ulteriormente un generale processo di digitalizzazione della società e ha spinto molti brand a comunicare sempre di più con la potenza dell’audio e della voce. Ora spetterà alle aziende capire come farlo nella maniera migliore.