Come cambia il giornalismo nell’era del podcast
Si è discusso di giornalismo durante The Podcast Show appena concluso a Londra
A Londra, come avevamo anticipato in un nostro precedente articolo, si è appena concluso The Podcast Show 2023 e sono tanti gli argomenti emersi.
Il podcasting e la sua rivoluzione nel giornalismo
In un primo luogo, si è discusso su come, inevitabilmente, il podcasting ha cambiato il modo di concepire il giornalismo. A confermare questo trend sono stati autorevoli redattori e podcaster provenienti, per fare alcuni esempi, da Tortoise, Sky News, The Telegraph, The News Agents, Vox.
James Harding, co-fondatore di Tortoise, ha infatti spiegato che ci troviamo davanti ad uno scenario completamente nuovo e difficile da decifrare, poiché il podcasting non procede secondo il canovaccio prestabilito che generalmente contraddistingue il giornalismo televisivo o scritto. E non bisogna dimenticare le aspettative degli ascoltatori, che rappresentano un pubblico esigente.
Occorre però che i podcast giornalistici abbiano comunque una propria identità, per permettere di fare una distinzione a chi assiste allo spettacolo. Il contenuto audio che offre informazione non deve avere lo stesso taglio di uno di intrattenimento, come hanno voluto sottolineare sia Matt Robinson sia Alexi Monstrous, che ha ospitato podcast di Tortoise di successo.
Altro problema che si pone è quello delle fonti, che nel giornalismo sono cruciali, e il podcasting di news e informazione non può esulare da questa regola, come hanno ricordato sia James Harding sia il suo socio Ceri Thomas.
Senza narrazione non c’è giornalismo
Thomas ha anche introdotto la questione della cultura narrativa in Gran Bretagna, che dovrebbe essere alla base di qualsiasi podcast. Se si parte con le idee chiare, infatti, è molto facile sciogliere l’intreccio, con un inizio, uno svolgimento e una fine ben delineati. Ciò potrebbe portare l’ascoltatore ad un approccio più approfondito e ad un desiderio maggiore di soffermarsi su quello che ascolta. In effetti, uno dei grandi vantaggi del podcast è la sua flessibilità, non solo perché permette di fruirne dove e quando si vuole, ma anche nel modo che si desidera, scegliendo quanto tempo trascorrere su determinate parti della storia.
Katherine Rushton, vice direttrice investigativa del Telegraph, ha affermato che i podcast portano il giornalismo a un nuovo pubblico, quello che solitamente non ha l’abitudine di leggere i giornali. Se da una parte è una conquista, dall’altra nasce la necessità di capire di che pubblico si tratta e in quale modo organizzare la narrazione per non perderlo.
Certamente, come ha anche detto Sophy Ridge di Sky News, un aspetto che piace molto è senza dubbio il carattere più conversazionale e intimo del podcast, che piace ai conduttori, agi intervistati e agli ascoltatori. L’atmosfera rilassata e confidenziale traspare e ciò coinvolge molto chi è connesso.
Il podcasting ha raggiunto il suo picco commerciale?
Ovviamente, non poteva mancare una discussione dedicata agli inserzionisti interessati ad investire nel podcasting, che ora sono in notevole crescita e quindi in procinto di scoprire tutto il potenziale offerto dal settore. Perciò, siamo ben lungi dall’asserire che il podcasting ha raggiunto il suo picco commerciale, e i dati sempre in crescita lo confermano, come ha voluto ricordare Priya Sahathevan, direttore dello sviluppo commerciale e aziendale di Sky News, aggiungendo anche che con i podcast si va oltre i confini geografici, cosa impossibile con la televisione.
Dal capo della radio di Sky News, Dave Terris, arriva la conferma che i podcast sono al centro dell’attenzione quando si tratta di raccontare notizie, perciò il cambiamento culturale è davvero già in atto.
Per fare in modo che questo cambiamento diventi definitivo, secondo Chao di Vox Media e il suo collega Nishat Kurwa, rispettivamente SVP e produttore esecutivo per l’audio dell’azienda, occorre considerare il podcast come un contenuto creato per l’audio, quindi come una proposta di prima mano e non una mera traduzione di un messaggio testuale o di un video. Se si limitasse a questo, perderebbe la sua valenza intimistica che ne sta determinando il successo.
In conclusione, Matthew Shaer, co-fondatore di Campside Media, ha avvertito che, inevitabilmente, ora l’asticella si alzerà, perché i podcast cominciano ad essere tanti, pertanto l’imbarazzo della scelta porterà alla sopravvivenza dei contenuti migliori e più curati. E questo, per il podcasting, potrebbe essere garanzia ulteriore di qualità.