Pubblicità nei podcast: è il momento della svolta?
Pareri discordanti circa il futuro della pubblicità sui podcast, ma c’è ancora tanta strada da fare e molto da scoprire
Uno degli argomenti che più insistentemente riguarda i podcast in questo momento è quello legato al marketing e alla pubblicità.
In un nostro recente articolo avevamo azzardato alcune direzioni che l’advertising avrebbe potuto prendere nel nuovo anno, ma, trattandosi di un mercato in continuo divenire e in continua espansione, fare previsioni attendibili risulta davvero arduo.
Inserzionisti intenzionati a continuare ad investire nel marketing via podcast
A questo proposito, Acast, piattaforma indipendente di hosting e monetizzazione di podcast, in una sua ricerca ha rilevato che il 65% dei 500 operatori di marketing e inserzionisti intervistati prevede di aumentare la spesa per il marketing dei podcast anno dopo anno. L’intenzione al rialzo coinvolge anche i professionisti del marketing, i quali prevedono, per l’83% dei casi, di aumentare la propria spesa via podcast di anno in anno.
Questo accadrà perché la pubblicità via podcast è destinata a crescere fino a raggiungere i 4 miliardi di dollari entro il 2024 e ciò sicuramente solleciterà l’interesse degli inserzionisti, come ha confermato anche Elli Dimitroulakos, responsabile globale dell’innovazione pubblicitaria di Acast.
Ma è davvero tutto oro quello che luccica?
la parola a fonti autorevoli del settore
Se, infatti, da una parte gli acquirenti di pubblicità si stanno mostrando ottimisti, dall’altra sembra che l’entusiasmo si sia parzialmente smorzato e che quello dei podcast sia solo uno dei canali in cui i marchi possono investire, e non più il principale né tantomeno quello più caldo.
Gli acquirenti però affermano che la fatturazione per i podcast è in aumento, come ha confermato, ad esempio, Maria Tullin, vicepresidente e amministratore delegato dell’audio avanzato e digitale presso Horizon Media, la quale sta verificando un continuo aumento della spesa pubblicitaria per i podcast sia da parte dei clienti già esistenti sia di quelli nuovi, anche se per ora non ci sono dati a confermarlo.
A questa sensazione fa eco quella di Kristen Coseo, direttrice del podcast e della strategia audio digitale presso Ocean Media, la quale ha dichiarato che i loro clienti si stano ritirando dai canali di comunicazione canonici, tv in primis, per direzionare le loro risorse verso il settore dei podcast.
Anche da CMI Media Group, dalla voce di Mark Pappas, svp dell’innovazione presso CMI, fanno sapere che la spesa pubblicitaria dei podcast da parte dei loro clienti è aumentata di dieci volte.
Si tratta solo di alcuni esempi, ma sembra che l’interesse ci sia e sia concreto, confermato da un ottimismo che, dunque, mal si concilia con una contrazione in atto nella produzione di podcast e relativi tagli a personale e spettacoli.
Il trend confema investimenti in aumento, anche per podcast minori
Questo trend viene spiegato da Dimitroulakos, il quale ritiene che le società di produzione si stiano volutamente allontanando da accordi “in grande” per favorire gli annunci all’interno di spettacoli con talenti meno conosciuti, e con un pubblico più piccolo, che però risultano interessanti, non solo per qualità ma anche per costo.
Gli acquirenti intervistati, a fronte di queste dichiarazioni e dei dati ancora molto incoraggianti, hanno dimostrato le loro intenzioni positive verso un investimento in spazi pubblicitari sui podcast, forse anche dopo aver notato che il numero di podcast su Spotify è aumentato da 4,4 milioni l’anno scorso a 5,5 milioni a partire da questo mese.
Cosa significa ciò? Il futuro più recente è ancora molto roseo per il mercato dei podcast, che ha potuto salvare il settore dei contenuti audio, in crisi quando si trattava di advertising. Di questo sono consapevoli gli investitori, anche quelli appartenenti a grandi marchi, arrivati a questa intuizione solo in un secondo momento.
Occorre sottolineare che questa ricerca, e questi dati, appartengono al mercato americano, un passo più avanti rispetto a quello italiano ed europeo, ma non ce la sentiamo di pensare che una fase calante sia già prossima, poiché siamo davanti ad un terreno almeno in parte inesplorato.
Inutile dire che il 2023 è nato con tante novità, scopriremo insieme come si evolveranno e a cosa porteranno.
Rimarremo in ascolto.